10 cose che devi sapere sul Cerasuolo d’Abruzzo

Cerasuolo d'Abruzzo

Viene definito rosato, ma è, più precisamente, un rosso vinificato in bianco. Il suo pregio organolettico, fresco e fine, la peculiare intensità cromatica e di gusto, oltre ad una particolare longevità, lo rendono del tutto diverso dalle altre tipologie di rosato. Il Cerasuolo d’Abruzzo è un vino che viene solitamente apprezzato nella sua versione giovane, ma può essere proposto anche invecchiato e in questo caso davvero riesce a sorprendere, perché si esprime in modo pure molto interessante. Scopriamo quali sono le 10 cose da sapere sul Cerasuolo d’Abruzzo.

Il vitigno

Il suo vitigno è il Montepulciano. Il Cerasuolo d’Abruzzo si ottiene, infatti, dalla lavorazione delle sue uve in purezza, che, però, vengono raccolte in un periodo anticipato rispetto a quelle che sono utilizzate per il vino rosso. Va anche ricordato che, per questo motivo, per moltissimi anni Cerasuolo e Montepulciano hanno fatto parte della stessa DOC.

La vinificazione

Il Cerasuolo d’Abruzzo si ottiene con diverse tecniche di vinificazione, tutte orientate al risultato finale di un vino caratterizzato da leggerezza e vivacità.

La prima tecnica è quella di far vinificare in bianco le uve di Montepulciano, ossia senza che ci sia alcun contatto tra le bucce e il mosto durante il periodo della macerazione e questo è un procedimento che si ottiene mediante la, cosiddetta, pressatura soffice.

Si può, inoltre, seguire la tecnica, detta, del salasso: si preleva una certa quantità di mosto da quello che si sta utilizzando per realizzare un vino rosso e viene fatta vinificare in bianco.

Un’altra tecnica ancora è quella della Svacata ed ha origini molto antiche: alle uve che sono state fatte vinificare in bianco viene aggiunta, durante la fermentazione, una parte di uva matura fatta fermentare in rosso con le bucce.

Il Cerasuolo d’Abruzzo Superiore DOC

Quest’altra denominazione del Cerasuolo d’Abruzzo DOC si definisce Superiore, in quanto la sua produzione deve seguire regole più ferree.

Un’altra sua caratteristica è la gradazione alcolica maggiore rispetto al Cerasuolo d’Abruzzo DOC e che parte da 12,50°.

Il Superiore ha un colore rosa cerasuolo e all’olfatto offre un ventaglio complesso e più intenso, che raccoglie note vinose, fruttate, floreali, speziate. Al palato si racconta in modo equilibrato e armoniosamente delicato.

Le origini del vino e del termine

Attualmente il Cerasuolo d’Abruzzo viene considerato uno dei rosati più prestigiosi e rinomati prodotti in Italia. Nel 2010 è diventato il primo vino di questa tipologia ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata, un riconoscimento che, tra l’altro, gli ha donato un’identità ben precisa, rendendolo del tutto indipendente dal Montepulciano.

In epoche lontane era un vino contadino, ma di qualità, la cui lavorazione, più complessa di quella del rosso, veniva tramandata oralmente. Veniva riservato, di solito, agli ospiti, ma poteva essere gustato durante il pranzo in campagna, nella pausa del meritato ristoro durante il duro lavoro nei campi.

La parola con cui viene identificato, cerasuolo, vuol dire ciliegia e in dialetto suona cirasce o cirici oppure cirice. Per quanto riguarda la sua origine, ci sono molte possibili interpretazioni. Potrebbe, infatti, derivare dal termine tardo latino cerasium oppure dal termine greco più antico cherasion oppure ancora dal termine napoletano cerasa: tutte parole che, naturalmente, indicano lo stesso significato.

Il colore

Il Cerasuolo d’Abruzzo ha il suo tipico colore rosso ciliegia che si differenzia per diverse sfumature che possono essere più o meno brillanti. E’ una tonalità che resta ben consistente nel momento della rotazione del bicchiere, su cui, infatti, lascia delle forme ad archetto abbastanza marcate.

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Il profumo

All’esame olfattivo si annuncia con le sue note fruttate e di indirizzo delicato: fanno riferimento a frutti come il lampone, la ciliegia, il melograno. A queste si accompagnano, poi, note fresche floreali di garofano e di geranio e ha un sottofondo, invece, speziato, che si esprime in modo delicato.

La sua intensità e la sua complessità, da questo punto di vista, possono essere considerate medie e, nell’insieme, si può dire che all’olfatto si presenta come un vino che può essere definito abbastanza complesso.

Il gusto

All’esame gustativo il Cerasuolo d’Abruzzo si distingue per freschezza ed equilibrio, quindi gestisce bene sia la persistenza che la morbidezza. Ha, infine, un finale minerale, oltre a proporre, a volte, un accenno mandorlato. E’ un vino che può essere definito secco, leggero, fine, armonico, abbastanza persistente e lievemente tannico.

La temperatura di servizio

Va servito ad una temperatura che va dai 12 ai 14 gradi, ideale per preservarne le caratteristiche. La bottiglia deve essere aperta almeno mezz’ora prima di versare il vino nei bicchieri, in modo che, poi, si possa lasciare apprezzare a tutto tondo nelle sue peculiarità olfattive e di gusto.

Il suo bicchiere

Il bicchiere più adatto al Cerasuolo d’Abruzzo è il classico calice da vino rosso. La sua forma tondeggiante e comoda è, infatti, quella giusta per poter ammirare a fondo il suo colore e le varie sfumature, oltre a donargli lo spazio necessario per lasciar sprigionare le sue note olfattive fruttate e floreali.

Gli abbinamenti gastronomici

Vino fresco, limpido, equilibrato, si abbina bene, naturalmente, con pietanze a base di pesce, di mare e di lago, preparato secondo varie modalità di cottura: dalla griglia al forno. Accompagna benissimo la classica zuppa e il magnifico brodetto nelle due versioni, alla vastese e alla giuliese.

E’ un vino molto indicato anche per l’aperitivo, per l’antipasto e per primi piatti dal sapore delicato, a cominciare dai risotti, ma è perfetto anche con una minestra di legumi, creando così un bel contrasto con la sua freschezza che risulta molto interessante.

Per quanto riguarda la carne, si sposa con l’equilibrio e la delicatezza tipiche della carne bianca, in particolare quando viene cucinata arrosto. E’ perfetto, inoltre, con i formaggi a media stagionatura, quindi che non siano particolarmente intensi di sapore e di profumo e risulta più che sfizioso quando accompagna bruschette con salumi spalmabili.

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