10 cose che devi sapere sul Trebbiano d’Abruzzo

Trebbiano d'Abruzzo

Il Trebbiano d’Abruzzo DOC è un bianco dal carattere equilibratamente strutturato e che vanta una pregiata tradizione. Dal 1994 fa parte del Registro Nazionale delle Varietà di Vite e va sottolineato che la sua DOC, riconosciuta nel 1972, è l’unica in Abruzzo a essere riservata ad un bianco.

Giovane e fresco oppure maturato in barrique e, quindi, maggiormente complesso e raffinato, offre sempre una preziosa versatilità che lo rende perfetto per realizzare diversi abbinamenti gastronomici. Scopriamo quali sono le 10 cose da sapere sul Trebbiano d’Abruzzo.

Il vitigno

Il vitigno Trebbiano, a bacca bianca, trova il suo terreno ideale in Abruzzo nella zona collinare, ad un’altezza massima di circa 500 metri e che può arrivare a 600 metri solo nel caso in cui il terreno sia esposto a Sud.

Il suo grappolo risulta abbastanza compatto, con una sola ala e ha una forma cilindrica o conica. Gli acini sono tondeggianti e hanno grandezza media; la loro buccia, abbastanza spessa, è caratterizzata da un colore giallo con sfumature verdi e puntinato da piccole macchie marroni.

Pur appartenendo alla famiglia ampia dei Trebbiani, vitigni che si coltivano anche in Emilia-Romagna, Lazio, Marche, quello autoctono abruzzese si distingue per alcune differenze, a cominciare dalla forma della sua foglia, che ha una grandezza media e può essere pentalobata o trilobata, ma non solo. Il suo tratto distintivo importante è, infatti, un prodotto finale più strutturato e di qualità rispetto al vino prodotto in altre regioni.

Cenni storici

Le fonti storiche datano la presenza del vitigno Trebbiano in Abruzzo a partire dal XVI secolo, mentre nel 1856 ne parla Raffaele Sersante in una sua monografia.

In Italia, però, sia il vitigno che il suo vino erano famosi e ben conosciuti già in epoca romana. L’etimologia del nome riporta, infatti, al termine trebula, che significa fattoria e che ritroviamo nel vinum trebulanum di cui parlò Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia facendo riferimento a quello che era un ottimo vino casereccio della zona di Capua e che veniva bevuto con soddisfazione dai soldati. Secondo altre informazioni, sembra avere addirittura un’origine etrusca.

Altri dati storici che lo riguardano risalgono al Trecento, quando del Trebbiano scrisse Pier de’ Crescenzi descrivendo, appunto, un suo vitigno, mentre nel Cinquecento fu Andrea Bacci, enologo e medico di Papa Sisto V, a parlare in una sua opera dei vini trebulani, rispetto a cui indicava, in particolare, anche il territorio della Valle Peligna.

Trebbiano d’Abruzzo Superiore DOC

Il Superiore è una delle due tipologie previste oltre alla denominazione Trebbiano d’Abruzzo DOC e da cui si distingue per un valore alcolico minimo più alto, ossia di 12 gradi.

Di colore giallo paglierino intenso, all’olfatto offre un profumo delicato. Nel momento della degustazione dona al palato un sapore secco, armonioso, vellutato e che viene arricchito da un retrogusto mandorlato.

Trebbiano d’Abruzzo Riserva DOC

Il Trebbiano d’Abruzzo Riserva DOC ha una gradazione di minimo 12,50 gradi, quindi è ulteriormente superiore rispetto alle altre due denominazioni.

Il termine Riserva che lo contraddistingue fa riferimento al fatto che il vino viene obbligatoriamente sottoposto a invecchiamento, o affinamento, per un tempo non inferiore ai diciotto mesi.

Versato nel bicchiere lo illumina con un colore giallo paglierino profondo. Ha un profumo delicato e al palato rivela un’evidente armoniosità accompagnata dal tipico sottofondo mandorlato.

Il colore

Quando il Trebbiano d’Abruzzo è giovane, il suo colore di base, giallo paglierino, assume dei riflessi verdi che tendono a sparire nel momento in cui viene invecchiato: in questo caso lascia spazio ad una tonalità di giallo dorato. La sua consistenza viene considerata media: quando, quindi, il bicchiere viene fatto roteare, il vino lascia degli archetti colorati che hanno una traccia lieve.

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Il profumo

All’olfatto offre un profumo di intensità media, non particolarmente complessa, ma che si esprime con freschezza.

Il vino giovane lascia scoprire toni fruttati che riportano alla mela golden non matura, alla pera, mentre i toni floreali sono quelli dei fiori di campo, della camomilla.

Il Trebbiano d’Abruzzo affinato, assume, naturalmente, dei toni più intensi di frutta matura e di frutta secca, che possono riportare anche alla vaniglia o a un sentore di tostatura.

Il gusto

All’esame gustativo la sua bella freschezza non è mai banale e, anzi, è piuttosto elegante e offre un tratto distintivo che si rivela immediatamente al palato.

Nel momento della degustazione si lascia scoprire come un vino secco, non eccessivamente corposo, ma che ha, comunque, una struttura abbastanza persistente e un’intensità media e molto equilibrata. Oltre alla sua morbidezza e armonia, in sottofondo propone un tipico tono delicatamente mandorlato. Non mancano, inoltre, dei sentori minerali.

La temperatura di servizio

Il Trebbiano d’Abruzzo vuole essere servito ad una temperatura ideale che va da 8 a 10 gradi.

Il suo bicchiere

Va versato all’interno di un bicchiere da vino bianco leggero che abbia una grandezza media. In questo modo, si può apprezzare al meglio la luce del suo colore, che, essendo chiara e brillante, riesce a concentrarsi bene nello spazio a disposizione, permettendo di ammirarne meglio le sfumature. La grandezza media del bicchiere, inoltre, è ideale anche per non disperdere il suo profumo delicato.

Abbinamenti gastronomici

Per le sue caratteristiche di freschezza, di armonia, per la sua struttura delicata, ma intensamente armoniosa, il Trebbiano d’Abruzzo può essere abbinato con versatilità ed è ottimo come aperitivo.

E’ un vino perfetto per un menu con piatti dal sapore delicato, come quelli a base di pesce: dagli antipasti alle insalate di mare, ai carpacci fino ai primi come la pasta alla chitarra con la bottarga e al classico brodetto. E’ ottimo pure con la pasta condita semplicemente con burro e salvia o con sugo di pomodoro fresco, con le uova, con le zuppe di legumi.

Per quanto riguarda i secondi piatti, vanno benissimo, di nuovo, quelli a base di pesce, che può essere cotto alla griglia, al forno, ma anche crudo.

Il Trebbiano d’Abruzzo preferisce, naturalmente, formaggi poco stagionati o freschi, ma saporiti e che possono essere arricchiti con confetture o con miele di alta qualità. Un suo speciale abbinamento tutto da scoprire è con i formaggi tipo Brie. Quando è invecchiato, infine, si sposa molto bene con la carne bianca.

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